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Le domos de Janas, il cui termine significa 'case delle fate' in quanto, si pensava che queste piccole costruzioni fossero le loro abitazioni, sono in realtà, grotticelle sepolcrali scavate nella roccia, risalenti al neolitico recente. |
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La sepoltura, sita, quasi in cima ad un aspro rilievo, si raggiunge percorrendo un breve tratto di strada affiancata da uno splendido bosco di querce da sughero, posizionata sul lato destro della strada che conduce alla località di Nelca. La domos, scavata in un masso scistoso, si presenta con un breve andito in prossimità dell'entrata. La cella, di pianta semiellittica, presenta sulla parte settentrionale, l'ingresso ad una seconda cella. |
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Lon. 9.137898 |
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Il complesso ipogeico, sito in località Genna Ua, su una roccia scistosa di modeste dimensioni si compone di due 'domos de janas' distanti l'una dall'altra, circa 2 metri. |
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Lon. 9.139280 |
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Il complesso ipogeico, posizionato nelle alture di Perd 'e Lione, nelle vicinanze di 'Su Loni', dove un tempo, si narra vi fosse un villaggio nuragico con annesso nuraghe, è costituito da due domos de janas costruite in una roccia scistosa. |
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gravi fratture che ne hanno compromesso, non solo l'ingresso ma anche la parte interna, causandone una notevole frattura che ha portato ad un presunto collegamento con la seconda domos posizionata nella parte destra della roccia. |
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cm dal piano di calpestio che immette alla sepoltura di pianta semiellittica con andamento curvilineo. |
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Uno dei più belli e maestosi complessi ipogeici presenti nel territorio di Belvì, sono le domos de janas di Nadalia a breve distanza da una delle massime punte di Br.cu Istiddi. |
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Scavate in un masso scistoso, in un territorio riservato
al pascolo, le celle si presentano con delle lavorazioni che rasentano
la perfezione. La prima a sinistra, che si apre a circa un metro dal piano
di calpestio, dà accesso ad un ambiente di pianta sub rettangolare
nella cui estremità di fondo della parete frontale, si apre l'ingresso
ad un'altra cella. La domos posizionata nella parte destra, anch'essa
con un' apertura di circa un metro dal piano di calpestio, si presenta
con un ulteriore scavo nella parte sinistra dell'ingresso, il
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quale, fa pensare all' esistenza di un'altra possibile cella, forse corrosa dal tempo, prima dell'ingresso preesistente. Nelle immediate vicinanze dell'ingresso, è possibile osservare una particolare pietra lavorata che presumiamo pottesse essere la pietra che andava a chiudere la celle mentre, nella parte superiore ed opposta all'ingresso, è presente l'imposta di scavo di un altro ipogeo. |
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Lon. 9.142882 |
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La domos de janas, presente nel territorio di Occili, risulta essere una delle sepolture più semplici appartenenti al territorio di Belvì. Essa, posizionata su una parete scistosa, si presenta composta da una semplice cella, il cui ingresso, risulta essere posizionato ad un'altezza di circa un metro dal piano di calpestio. |
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La camera, di pianta subellitica e soffitto piano, presenta la parete frontale, leggermente concava. |
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Nel territorio di Belvì, è possibile ancora oggi ammirare un'altra domos de Janas, posizionata su l'aspro cucuzzolo di Antoni Zo. La tomba, conosciuta attraverso i secoli con il nome di Matasu per indicarne il dono del sepolcro fatto dai vivi ai migliori estinti, si presenta con degli stipiti in rilievo e con delle superfici accuratamente rifinite. La prima cella si presenta con una pianta sub rettangolare nella cui parete frontale, a circa 30 cm dal piano di calpestio si apre l'accesso alla seconda cella. Nella parte settentrionale invece, nelle immediate vicinanze è possibile osservare ancora un'altra impronta di scavo. |
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La domos, sita in località Peld'e Nerca ai piedi di una parete scistosa, si presenta costituita da una sola cella gravemente compromessa dagli agenti atmosferici. Molto simile, per la sua semplicità alla tomba che troviamo nella località di Occili, si presenta con un'apertura d'ingresso a circa 20-30 cm dal piano di calpestio. |
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La sepoltura bicellulare, sita in una località adibita al pascolo, è stata scavata in un blocco di roccia scistosa, la cui entrata, posizionata a circa 2 metri dal piano di calpestio permette l'accesso alla prima cella di pianta semiellittica. Sulla parete orientale, interna alla prima cella, si apre l'ingresso alla seconda cella, anch'essa a pianta semiellittica e soffitto ad andamento curvilineo con la particolarità di presentarsi con un pavimento ricoperto di abbondante terriccio. Sulla parete di fondo, è ancora possibile osservare le tracce degli attrezzi di scavo. |
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La Domos, seppur trovandosi nelle alture di Serra Gesaru, è conosciuta dagli abitanti del posto con il nome di Marcalantes. Costruita su di una roccia scistosa, si presenta con un'entrata, posta a circa un metro dal piano di calpestio, di forma rettangolare caratterizzata dalla presenza di una canaletta di scolo leggermente corrosa dagli agenti atmosferici. La prima cella, di pianta circolare e soffitto ad andamento curvilineo, presenta sulla parte settentrionale della parete, l'apertura d'ingresso ad una seconda cella anch'essa di pianta circolare con un pavimento ricoperto da pietre e soffitto ad andamento curvilineo. |
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